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martedì 20 novembre 2012

Rifare tutto da capo!

Eccomi di nuovo qui, avevo detto che avrei aggiornato di più ma la realtà è che sto facendo tantissimi esercizi senza soffermarmi su qualcosa di definitivo, tanto che mi sembra di non aver raggiunto nulla di entità tale da poter essere pubblicato. Per lo meno fino ad adesso.
E' più o meno da Settembre che ho un fortissimo prurito alle mani, e adesso vi spiego anche perché. Come avrete potuto notare, ho sempre dedicato diversi post a Raperonzolo, sia perché è un personaggio a cui il fato mi ha sempre più o meno legato, sia perché per questioni di destino mi sono ritrovata a doverci fare sopra un lavoro, sebbene fossi partita da tutt'altra idea. Questo lavoro consisteva nel mio primo tentativo in assoluto di realizzare un libro illustrato, anche se a livello ancora 'scolastico'.
Sono seguiti diversi tentativi, da come avete potuto constatare; prima ho sperimentato le matite colorate, poi ho mixato a photoshop, infine ho cercato di cambiare la stilizzazione. Ebbene, niente di tutto ciò è servito a qualcosa.
Sono stati mesi di rabbia repressa questi, e anzi, posso affermare addirittura che non fossi semplicemente arrabbiata, ero davvero furente. Chiunque mi conosca dal vivo sa benissimo che non sono certamente la miglior promoter dei miei lavori e che accetto di buon grado le critiche, anzi, la mia perenne insoddisfazione mi sprona sempre al miglioramento e chiunque abbia un consiglio da darmi, anche se pesante, è sempre il benvenuto. Un conto però è criticare e cercare di incanalare nella giusta direzione, un conto sono i falsi intellettualismi e la pretesa di un cambiamento radicale di stile.
Mi piacciono le bambole, per la miseria. Mi piace l'epoca vittoriana e vado scema per i servizi da té che mia nonna ottantenne mi fa un baffo. Mi piace la ricerca anatomica, anche se non ho certamente la pretesa di saperla eseguire alla perfezione. Non per ultimo, adoro un certo realismo. E perché dovrei vergognarmene?





Questo è il dettaglio di un'illustrazione su Raperonzolo. Fatta come dico io. Ed ambientata in epoca vittoriana, per giunta. Purtroppo, in questi mesi, ho dovuto redarre un libro in cui non mi riconosco per niente e che, anche qualora fosse stato fatto bene, nel suo stile, non ci avrei francamente speso un soldo per comprarmelo se lo avessi visto in libreria. Ami le sfumature, cerchi di farne un tuo pregio, con tutti i limiti e le difficoltà che ci possono essere, e ti rispondono: 'com'è vecchio e banale, devi fare tutto a colori piatti'. E sia chiaro, non mi darebbe assolutamente alcun fastidio se mi dicessero che non sono capace o fa schifo, ci mancherebbe! Quel che mi dà fastidio è la negazione della tecnica in sé, il principio. E non è la sola cosa su cui ho ricevuto un no categorico. Se accenni a un minimo di realismo ti rispondono picche, è vecchia scuola, l'arte non si fa più così.

In questi mesi non ho assolutamente imparato nulla. Si riempiono tutti la bocca a parlare di arte, quando in realtà l'unica cosa che conta è la tecnica, non per fine naturalmente, quanto perché è un mezzo. L'arte poi, quella dei contenuti e non dei critici che amano sparare la più grossa, dipende solo dall'interiorità del singolo. Ma nessuno può fare arte se non gli vengono forniti dei mezzi. E francamente, a me non interessa neppure farla.
Adesso mi ritrovo nella situazione di un libro che non è mai venuto alla luce. Ma anche con tanta voglia di rifarlo e dimostrare a certi fresconi, di infimo livello culturale e forse non così esenti ai capricci della moda come vogliono far credere (anche nelle illustrazioni e nel mondo dell'arte ci sono le tendenze, questo è ovvio!) che le cose non stanno esattamente come dicono loro. Naturalmente non ho la pretesa della verità in mano e so che questo progetto avrà molti errori e so anche che il tiro dovrà essere aggiustato più volte.

Ma lo voglio fare sulla base della realtà oggettiva dei fatti, nel rispetto della mia inclinazione e dei miei interessi, non dei capricci di qualche imbecille che non fa alcun testo nell'ambito del più svariato mondo editoriale.
Non chiediamoci poi come mai in Italia non sorgerà mai una Pixar o qualcosa del genere. Non sono certo fautrice del commerciale, ma riconosco un prodotto di qualità, indipendentemente dall'etichetta che ci sta sopra. E sono veramente triste all'idea di scorgere più sostanza in certi prodotti piuttosto che in quelli che si dichiarano ostentatamente intellettuali. Credo che qua sia necessario fare un passo indietro su molte cose.
Scusate il muro di testo e lo sfogo :) 


2 commenti:

  1. Ti rispondo con due cose solo: http://artsammich.blogspot.it/
    http://www.imaginismstudios.com/
    :)

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